Che cos’è la rivoluzione verde (o rivoluzione agricola)

Come nasce e come si sviluppa la strategia per aumentare la produzione e per diminuire il consumo di risorse naturali come l’acqua e il suolo. E a sostenere la digital transformation dell’agricoltura oggi ci sono anche i fondi del Pnrr

Pubblicato il 01 Mar 2023

che cos'è la rivoluzione verde

Potremmo essere alle porte di una seconda rivoluzione verde. Un periodo storico destinato a cambiare il modo sostanziale il mondo dell’agricoltura per rispondere alle nuove sfide che provengono da un pianeta dove la popolazione continua ad aumentare e in cui è necessario che siano trovate soluzioni per diminuire il consumo di beni naturali, ottimizzare l’utilizzo di terra e acqua assicurando allo stesso tempo nutrimento a tutti. La risposta a chi si chiedesse che cos’è la rivoluzione verde e quali conseguenze possa avere potrebbe arrivare da una serie di tecniche che sono state perfezionate negli ultimi anni, come l’acquacoltura, l’idrocoltura, l’acquaponica e l’agricoltura verticale. Facciamo però un paso indietro e ripercorriamo la storia della rivoluzione verde.

Che cos’è la rivoluzione verde (o rivoluzione agricola)

Ma per capire che cos’è la rivoluzione verde, definita anche terza rivoluzione agricola, sarà importante individuarne la caratteristica principale: la ricerca costante di soluzioni per l’incremento delle produzioni. Tra le tecnologie che hanno caratterizzato questa ondata di innovazione che ha riguardato il mondo dell’agricoltura ci sono l’impiego di varietà vegetali geneticamente selezionate, fertilizzanti, fitofarmaci, acqua e altri investimenti di capitale in forma di nuovi mezzi tecnici e meccanici.

Quando è iniziata la green revolution

Convenzionalmente l’anno che segnato l’inizio della rivoluzione verde è il 1944, quando lo scienziato statunitense Norman Borlaug, che ottenne il premio Nobel per la pace nel 1970, fu il protagonista della selezione di nuove varietà di piante che potessero servire per dare una risposta alle richieste di cibo che venivano dalle aree del paese a rischio carestia. Nel tempo l’approccio di Borlaug ha dimostrato la sua validità, fino a diffondersi su scala globale. Le aree in cui i risultati sono stati migliori sono l’India, il Sud-Est asiatico e il Centro e Sud America.

L’esigenza da cui è nata la green revolution è quella di trovare una risposta alle esigenze di una popolazione mondiale in rapida crescita: rispondere a questa domanda crescente è stato possibile grazie a tecnologie e soluzioni che hanno consentito un aumento dei raccolti, grazie a nuovi ceppi di colture, all’utilizzo di fertilizzanti e alla meccanizzazione dell’agricoltura, mentre la superficie destinata all’agricoltura è aumentata su scala globale del 30%.

Nel corso del tempo alcune delle soluzioni per aumentare la produzione agricola hanno messo in mostra anche le loro controindicazioni e una serie di effetti negativi per l’ambiente, come nel caso dell’utilizzo di fertilizzanti o antiparassitari, e oggi è necessario ripensare di nuovo il modello per renderlo più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Allo stesso modo per il futuro sarà sempre più importante razionalizzare il consumo di acqua e di suolo, rendendo sempre più efficienti i processi agricoli.

Rivoluzione verde e transizione ecologica

Per ottenere questi risultati sarà sempre più importante che la rivoluzione verde proceda di pari passo con la transizione ecologica, che è diventato uno dei modelli chiave per la sostenibilità. Sarà centrale per il futuro che le innovazioni che riguarderanno il mondo dell’agricoltura vadano nella stessa direzione della transizione ecologica, con un sempre minore ricorso ai combustibili fossili o ai materiali di derivazione petrolchimica, e una rinnovata attenzione alle energie rinnovabili e ai principi dell’economia circolare. Tanto che proprio all’integrazione tra rivoluzione verde e transizione ecologica è dedicata una delle mission del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Pnrr e rivoluzione agricola: politiche alimentari oggi

 La missione 2 del Pnrr è dedicata proprio a “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, dove la transizione ecologica è considerata come “uno dei pilastri del progetto Next Generation EU” e costituisce “una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro”.

In particolare la missione si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento, con l’obiettivo di “migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero”.

La missione 2 del Pnrr mette complessivamente a disposizione, compresi quelli del fondo complementare, investimenti per 69,94 miliardi di euro, di cui 6,47 riguardano Agricoltura sostenibile ed economia circolare.

Tecnologie 4.0 per il settore agrario

Guardando alle nuove opportunità della rivoluzione verde legate alla digital transformation ecco di seguito alcune delle tecnologie che caratterizzano il nuovo scenario e che potrebbero offrire nuove opportunità.

Agrometeorologia: sono le applicazioni che possono essere utilizzate per integrare le informazioni che provengono dalle previsioni meteo nelle strategie di coltivazione.

Big Data: è l’insieme delle informazioni utili per efficientare la produzione, provenienti anche da fonti eterogenee, come sensori o transazioni computer based.

Blockchain: le tecnologie della famiglia della Distributed Ledger Technology danno vita a soluzioni utili per la tracciabilità della produzione, dal campo alla tavola, certificando i requisiti dei prodotti in termini di sostenibilità.

Cloud: si tratta dei servizi Ict accessibili on-demand e in modalità self-service tramite tecnologie Internet, basati su risorse condivise, caratterizzati da rapida scalabilità e dalla misurabilità puntuale dei livelli di performance.

Connected device: sono i dispositivi che possono trasmettere e/o ricevere informazioni attraverso una rete, che si tratti di Wi-fi o di reti mobili.

Droni: i velivoli connessi senza pilota possono monitorare le coltivazioni in tempo reale e trasmettere immagini o informazioni utili per chi deve prendere decisioni.

Farm management information system: sono i sistemi informativi che supportano l’imprenditore agricolo nel completare le attività, ad esempio nella pianificazione e rendicontazione delle operazioni o per la produzione di documentazione a supporto del business.

Intelligenza artificiale: E’ lo strumento principale per l’analisi di una grande mole di dati per consentire ai sistemi digitali e agli uomini di prendere decisioni in tempo reale grazie a tecniche di machine learning legate all’apprendimento e  alla percezione visiva o spazio-temporale.

Internet of things: consente agli oggetti di essere connessi in rete tra loro e con una centrale di controllo tramite internet. Questo consente loro di scambiarsi informazioni utili a migliorare le condizioni di vita e di sviluppo delle piante

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