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PNRR agroalimentare: come fare agricoltura sostenibile con IoT e connettività

La connettività e l’IoT saranno fondamentali per sfruttare appieno gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel settore agroalimentare. Dall’agricoltura di precisione alla supply chain, dall’industria della trasformazione alla distribuzione. In altre parole dal campo alla tavola

Pubblicato il 18 Feb 2022

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Tra i settori maggiormente interessati dalla strategia di modernizzazione e digitalizzazione dell’Italia che verrà realizzata grazie agli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza c’è anche la filiera agroalimentare. A partire dai campi e dall’agricoltura di precisione, per arrivare all’industria della trasformazione e a quella della distribuzione, il digitale giocherà un ruolo strategico. E perché i vantaggi di questa ondata di innovazione possano essere sfruttati al massimo sarà importante – tra gli altri – puntare su due fattori: la connettività da una parte e – in ambito tecnologico – l’Internet of things, per trarre il massimo delle informazioni e quindi dei vantaggi competitivi dai dati trasmessi da reti di sensori che possono essere applicati direttamente nei campi come anche nei processi industriali di trasformazione e nella distribuzione dei prodotti.

Tra Piano nazionale di ripresa e resilienza e Fondo complementare, l’Italia avrà a disposizione oltre 248 miliardi di euro, che serviranno per portare innovazione nei principali comparti. Tra le aree d’intervento e le missioni previste dal piano, in tutto sei, con step intermedi da qui al 2026 per ottenere i fondi, c’è un ampio spazio anche per l’agricoltura, a cui vengono destinati complessivamente circa 7 miliardi di euro.

Pnrr, cos’è e quali sono i “pilastri” del piano del Governo

Tra le sei missioni del PNRR l’agricoltura è chiamata in causa in modo “trasversale” con una serie di misure. Ma ecco una per una cosa prevedono del sei missioni del Pnrr.

La “Missione 1” punta su “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”: mette a disposizione 40,3 miliardi che diventano 49,86 con il contributo di ReactEU e dello scostamento di bilancio.

La “Missione 2” è quella sulla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”: 59,33 miliardi, che arrivano fino a quasi 70 con le altre due dotazioni finanziarie.

La “Missione 3” è centrata su “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, e prevede uno stanziamento di 31,4 miliardi, di cui 25,4 da Next Generation EU e 6 dallo scostamento di bilancio.

La “Missione 4”, quella su “Istruzione e ricerca”, mette a disposizione 30,88 miliardi, che con l’aggiunta degli altri fondi complementari arrivano a 33,81.

La “Missione 5” riguarda “Inclusione e coesione”, dispone di 19,81 miliardi di euro, che arrivano a 29,8 con l’aggiunta delle risorse di ReactEU e di quelle provenienti dallo scostamento di bilancio.

Infine, la “Missione 6” è quella che mette al centro i temi della salute, con una dotazione di 15,63 miliardi di euro, che arrivano a 20,23 con l’aggiunta dei fondi complementari.

PNRR agroalimentare, gli obiettivi

Al centro della strategia del Governo per l’agricoltura c’è l’obiettivo di contribuire alla modernizzazione del settore, con in primo piano la digital transformation, portando uno dei settori più “tradizionali” dell’economia nazionale a poter usufruire di una massiccia “iniezione digitale”. Questo si tradurrà, nelle intenzioni del governo, in processi sempre più efficienti e competitivi anche su scala internazionale, con l’attenzione sempre puntata sulla sostenibilità e sul rispetto per l’ambiente, oltre che sulla resilienza rispetto alle minacce che vengono dall’esterno, prime tra tutte le catastrofi naturali e i cambiamenti climatici

PNRR agroalimentare, ecco gli interventi previsti dal piano

Se volessimo riunire gli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza a sostegno dell’agricoltura, arriveremmo a uno stanziamento di risorse per complessivi 6,8 miliardi di euro, a cui andrebbero però aggiunte le risorse previste da iniziative trasversali, non pensate direttamente per l’agricoltura ma di cui anche l’agricoltura potrà beneficiare.

Soltanto per fare un esempio, quello più calzante sono i fondi destinati a portare la banda ultralarga in tutto il Paese: si tratta evidentemente di un intervento infrastrutturale che non è pensato direttamente per l’agricoltura, ma che consentirà di beneficiare di una rete tlc più efficiente, pronta a supportare al meglio ogni progetto di digital transformation per le aziende del comparto, dall’agricoltura di precisione alla smart agricolture.

Al centro della strategia del Governo per rafforzare il mondo e le filiere dell’agricoltura ci sono tre punti centrali attorno a cui ruotano tutti gli interventi: l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile, i contratti di filiera e di distretto e la tutela del territorio e della risorsa idrica.

Proprio declinando più in dettaglio questi tre “pillar” si arriva a capire a quali generi di progetti sono destinati i fondi del PNRR per l’agricoltura. Dal documento emerge che 800 milioni di euro andranno al miglioramento della logistica, mentre 500 milioni serviranno per l’ammodernamento dei mezzi e delle macchine agricole.

Il piano prevede inoltre 1,2 miliardi per i contratti di filiera, e 1,5 miliardi per lo sviluppo di progetti legati all’agrisolare. Sempre in prospettiva di sostenibilità, il Pnnr stanzia inoltre 2 miliardi di euro per lo sviluppo delle produzioni e delle tecnologie che riguardano biogas e biometano. Infine, 88 milioni serviranno per gli interventi necessari agli invasi e ai sistemi di irrigazione.

PNRR agroalimentare, connettività in primo piano

Al di là degli interventi specifici per la filiera agroalimentare, le risorse destinate dal governo alla connettività, e a portare la banda larga e la rete 5G su tutto il territorio nazionale avranno un ruolo decisivo per la modernizzazione dell’agricoltura. Avere infatti una rete di telecomunicazioni di nuova generazione capillare su tutto il territorio nazionale avvantaggerà anche l’agricoltura, soprattutto se consideriamo le coltivazioni sono spesso nelle aree meno coperte da questo genere di infrastrutture, circostanza che oggi ancora penalizza una modernizzazione generalizzata del comparto. Poter contare su connessioni affidabili, infatti, avvantaggerà l’agricoltura 4.0, agevolando l’utilizzo di sensori per l’agricoltura di precisione e di tecnologie avanzate per la gestione della logistica della filiera agroalimentare. Parliamo in questo caso del piano “Italia a un giga”, che stanzia 3,7 miliardi di euro, e di “Italia 5G”, che conta su una dotazione complessiva di 2 miliardi di euro. Una parte dei quali, ovviamente, potrà essere utilizzata a vantaggio dell’agricoltura, con in primo piano tecnologie come l’Internet of Things.

PNRR agroalimentare: 2,8 miliardi per sostenibilità ed economia circolare

Tra gli oltre sette miliardi di euro complessivi che il Piano nazionale di ripresa e resilienza stanzia per il comparto agricolo, come dicevamo, una parte sostanziosa – poco meno della metà del totale, circa 2,8 miliardi – andrà a progetti per la sostenibilità e l’economia circolare.

Di questo “pacchetto” fanno parte gli 800 milioni che dovranno essere impiegati in azioni per il contenimento dell’impatto ambientale dei trasporti, ma anche per migliorare le capacità di stoccaggio e trasformazione delle aziende, di rendere più efficace l’export e portare innovazione, soprattutto in campo logistico, per i mercati all’ingrosso sparsi su tutto il territorio nazionale. Settore in cui l’Internet of Things potrà giocare un ruolo importante per le aziende.

Potranno accedere a questa dotazione, in sintesi, gli operatori che gestiscono impianti per la lavorazione e lo stoccaggio dei prodotti agricoli, compresi quindi i frantoi o gli essiccatori, fino ai silos, e le aziende che vorranno intraprendere un percorso di digital transformation o accelerare in quelli già avviati.

Parliamo in questo caso di Agricoltura 4.0, quindi di processi di automazione e digitalizzazione della produzione grazie a tecnologie come l’internet of things e quindi i sensori, che rendono possibile la realizzazione di progetti di agricoltura di precisione.

Dello stesso “settore” fanno parte anche le iniziative per la tracciabilità, particolarmente utili per difendere la produzione di eccellenza da minacce come quelle dell’ “Italian sounding”, per i quali sono sempre più utilizzate tecnologie come i tag Rfid e la blockchain.

In aggiunta ci sono poi i 5 milioni di euro per l’innovazione e la meccanizzazione nel settore agricolo, che mirano nello specifico al sostegno all’agricoltura di precisione. In questo caso verrà finanziato l’acquisto di macchinari, con ogni probabilità attraverso un bando ad hoc che sarà affidato all’Inail con lo strumento del “Bando Isi”.

Un ulteriore progetto, probabilmente attraverso una nuova legge Sabatini, sarà dedicato a portare l’innovazione all’interno della trasformazione, dello stoccaggio e del confezionamento dell’Olio extravergine di oliva, uno dei simboli mondiali del made in Italy nel campo agroalimentare.

Se la tracciabilità può essere una delle soluzioni in gradi di indirizzare il mondo dell’agricoltura verso la sostenibilità, non si può però dimenticare che uno dei pilastri per perseguire questo obiettivo è quello dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili negli ambienti di produzione.

Il PNRR destina inoltre 1,5 miliardi di euro all’agrisolare. Si tratta di fondi riservati alle aziende che decideranno di installare pannelli fotovoltaici sui capannoni aziendali, senza consumo di suolo, procedendo anche all’ammodernamento delle strutture più datate, che potrebbe comportare tra le altre cose anche l’eliminazione dell’amianto. In parallelo c’è da aggiungere che anche il Mise ha in campo un programma con lo stesso obiettivo, grazie al quale vengono messi 1,1 miliardi a disposizione delle aziende che decideranno di andare in questa direzione, anche se non agricole, dal momento la platea dei destinatari è più ampia e comprende in generale le strutture produttive, non soltanto del settore agricolo.

PNRR agroalimentare, le soluzioni di Vodafone Business

Tra le sfide più importanti che il mondo della logistica e dell’agricoltura stanno affrontando in questo momento di transizione tecnologica si cono la pianificazione, il monitoraggio e l’automazione della supply chain, la riduzione dei costi legati alla consegna dell’ultimo miglio, l’ottimizzazione della capacità di trasporto esistente, la necessità di diversificare ed innovare il proprio business model offrendo nuovi servizi e la garanzia per i consumatori della tracciabilità della filiera del cibo.

A disposizione di questa sfida Vodafone Business mette la propria rete dedicata all’Internet of Things, con completa copertura in Italia in tecnologia Narrowband-IoT, ideale per soluzioni che hanno bisogno di lunga durata delle batterie e di un alto grado di penetrazione del segnale.

Nello specifico, Vodafone Business mette a disposizione del mondo agrifood una serie di soluzioni che consentono la rilevazione dei parametri metereologici attraverso una serie di sensori sul territorio, che riescono a restituire i parametri utili all’agricoltura in tempo reale e che consentono l’attivazione di procedure automatizzate per rendere il più possibile efficace ed efficiente le attività di irrigazione e di cura delle coltivazioni. Allo stesso scopo possono essere adattati anche gli strumenti di videosorveglianza dell’operatore, e quelli per la sicurezza dei lavoratori in ogni punto della filiera, dal campo fino all’ultimo miglio. Quanto alla supply chain e alla distribuzione, Vodafone Business mette in campo anche soluzioni di smart fleet, utili per la gestione e il controllo di flotte di veicoli per le aziende che vogliono migliorare la propria efficienza, competitività e produttività.

Quanto poi al consumo e alla produzione responsabili, Vodafone Business è in campo con le proprie soluzioni per garantire la tracciabilità del prodotto, che integrano tecnologie IoT con Blockchain in ambito agricolo. L’obiettivo è di automatizzare alcuni ‘blocchi’ della catena e semplificare l’adozione di una tecnologia che si sta diffondendo sempre di più per consentire anche ai piccoli di promuovere i prodotti su scala internazionale e diffondere il proprio brand.

Nel campo del monitoring per la conservazione dei cibi ,Vodafone Business ha realizzato soluzioni per consentire ai macchinari di diventare smart, ovvero connessi, con la possibilità di rilevare e notificare eventuali anomalie e prevenire guasti. Grazie all’innovazione digitale le aziende del comparto possono così migliorare e innovare la propria proposizione di qualità e raggiungere un posizionamento distintivo nell’ambito della sicurezza alimentare.

Sulla filiera del pane, Vodafone Business ha inoltre recentemente sperimentato il proprio progetto 5G Vodafone di Smart Agriculture, attraverso il quale il coltivatore può avere accesso a una grande quantità di dati, acquisiti sia nella fase di semina che di raccolto, monitorare costantemente da remoto e in tempo reale le condizioni del campo e, grazie ad algoritmi predittivi, ricevere informazioni utili per intervenire con irrigazioni mirate o per prevenire malattie delle colture, evitando danni al raccolto e spreco di risorse preziose. A sua volta, il panificatore può seguire la fase di coltura visualizzando i dati direttamente dal campo e beneficiare di un prezioso supporto tecnologico nel processo di lavorazione del pane. Grazie ai sensori installati nel laboratorio, alla videoanalisi 5G e alle reti neurali, la soluzione permette di valutare i livelli di ph dell’impasto, monitorare da remoto il processo di lievitazione del pane e avvisare il panificatore dell’avvenuta lievitazione al momento corretto, quando il prodotto è pronto per essere infornato.

Un ruolo centrale per l’innovazione del comparto dell’agrifood potrà inoltre essere svolto, secondo la vision di Vodafone Business, dal Cloud, grazie a un ecosistema completo di soluzioni replicabili e scalabili a supporto della produttività e della sostenibilità delle aziende agricole italiane. Un’offerta integrata capace di combinare connettività fissa e mobile con la proposizione di servizi cloud e IoT dedicati. Il Vodafone Business Cloud è la piattaforma abilitatrice per quelle tecnologie che possono aiutare le aziende agricole a diventare più efficienti e produttive: dalla raccolta e gestione dei dati provenienti da qualunque tipologia di device IoT all’analisi dei cosiddetti big data. Un’offerta che comprende l’accesso garantito alle risorse dei principali Global Cloud Provider e strumenti applicativi specifici per integrare e orchestrare architetture on premise e soluzioni public e private cloud, assicurando alle aziende agricole la possibilità di scegliere il cloud più appropriato per ogni applicazione.

PNRR agroalimentare: gli interventi per i contratti di filiera e di distretto

Per questo capitolo il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione complessivamente 1,2 miliardi di euro. Tra gli obiettivi da raggiungere ci sono la riduzione dell’utilizzo in agricoltura di fitofarmaci, di antimicrobici e di fertilizzanti di sintesi. Con lo stesso intervento si mira inoltre a rafforzare su scala nazionale l’agricoltura biologica, mettendo in campo strumenti che contribuiscano a contrastare la perdita di biodiversità.

Tra gli obiettivi dei contratti di filiera e di distretto il Pnrr, soprattutto grazie all’intervento di fondi complementari, mira inoltre a incentivare progetti che puntino al miglioramento del benessere degli animali e a garantire la sicurezza nel campo degli approvvigionamenti alimentari e ridurre gli sprechi alimentari, settore in cui l’Italia eccelle già sul piano internazionale.

Dello stesso piano fanno inoltre parte i progetti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo le filiere della catena e di contribuire a sviluppare la diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili su tutto il territorio nazionale.

PNRR agroalimentare: gli interventi a tutela del territorio e delle risorse idriche

Quanto, infine, al terzo “pilastro” degli interventi previsti dal PNRR per l’agricoltura, che punta alla tutela del territorio e delle risorse idriche, il piano mette a disposizione 880 milioni di euro, che puntano essenzialmente alla resilienza dell’agrosistema irriguo.

Il tema centrale sono in questo caso i possibili interventi per migliorare la gestione dell’acqua rendendo più efficienti infrastrutture come dighe, bacini, condotte, invasi e pozzi, con un occhio di attenzione alla sostenibilità in relazione ai cambiamenti climatici e alle situazioni, abbastanza diffuse nel nostro Paese, di dissesto idrogeologico.

Non tutta la dotazione sarà da utilizzare per nuovi progetti: 360 milioni del totale, infatti, sono espressamente dedicate a progetti già in via di realizzazione che sono stati finanziati dal governo, come gli investimenti sulle infrastrutture di rete e sui sistemi di irrigazione destinati al mondo dell’agricoltura.

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