Climate change, gli agricoltori del Regno unito faticano ad adattarsi

I risultati della ricerca realizzata dall’università di Exeter: gli addetti ai lavori sono concentrati sulla redditività a breve termine e sulla sopravvivenza delle imprese in un ambiente economico difficile. In secondo piano l’obiettivo di trovare soluzioni contro le conseguenze negative dei cambiamenti climatici

Pubblicato il 25 Mag 2021

agricoltura UK – sovranità alimentare

Gli agricoltori del Regno Unito non hanno ancora messo l’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici in cima alle loro priorità. A dimostrarlo è uno studio realizzato da Rebecca Wheeler e Matt Lobley del Center for Rural Policy Research dell’Università di Exeter, in collaborazione con i ricercatori del Center for Ecology and Hydrology, Rothamsted Research e Lancaster University.

Le interviste realizzate con gli agricoltori e con le altre realtà della filiera hanno evidenziato come l’attenzione degli addetti ai lavori sia concentrata maggiormente sulla redditività a breve termine e sulla sopravvivenza delle imprese in un ambiente economico difficile, mettendo in secondo piano l’obiettivo di trovare soluzioni e metodi per attuare una pianificazione che attenui nel lungo periodo le conseguenze negative del climate change.

Un atteggiamento che desta preoccupazione, spiega la ricerca, negli altri protagonisti della filiera dell’agricoltura, che vedono come una questione prioritaria la resilienza delle imprese agricole nei confronti degli eventi meteorologici estremi e dei cambiamenti climatici.

“E’ essenziale che l’industria trovi i modi per costruire la resilienza – spiega Rebecca Wheeler – e che le aziende agricole siano supportate nella pianificazione e nella risposta ai cambiamenti dei modelli meteorologici”.

Tra le azioni che potrebbero essere utili per aiutare gli agricoltori a rispondere e ad adattarsi a questi rischi le ricerca cita una migliore collaborazione industriale, la creazione di opportunità per l’apprendimento da agricoltore ad agricoltore e la fornitura di strumenti e supporto su misura che tengano conto delle specificità dei diversi sistemi di coltivazione.

Per guardare agli aspetti positivi emersi dallo studio, è da citare il fatto che molti protagonisti del settore stiano iniziando a dotarsi di strumenti tecnologici all’avanguardia per migliorare la fertilità del suolo e i raccolti, mentre il fatto che il climate change possa produrre un innalzamento delle temperature viene considerato per certi aspetti un elemento positivo per alcune coltivazioni. Oltre alla produttività del terreno, tra le misure più adottate dai coltivatori ci sono le tecnologie per stimolare la crescita delle piante, con l’installazione di serre che consentono una migliore ventilazione e di serbatoi che permettono uno stoccaggio più efficiente dell’acqua piovana, oltre che tecniche di mitigazione del rischio grazie a una diversificazione più attenta delle colture.

“Ci sono molte attività innovative che si stanno sviluppando nelle aziende agricole in tutto il paese – aggiunge Matt Lobley – ma molto altro c’è ancora da fare per migliorare la resilienza di ogni azienda e in generale dell’industria del settore. Sono ancora pochi gli agricoltori che che descrivono sé stessi come impegnati ad adattarsi ai cambiamenti climatici, anche se molti dicono di fare il possibile per arginare i rischi che derivano dagli eventi estremi”.

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