Bioeconomia, atenei europei alleati per l’innovazione

Nasce la “European bioeconomy university”, un consorzio tra le principali sei università Ue del settore. Uniranno le forze per attività di ricerca, didattica e nuove tecnologie. Obiettivo: rendere l’economia europea più efficiente, sostenibile e competitiva

Pubblicato il 21 Nov 2018

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Rendere l’economia europea più efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile, competitiva e fondata su una prospettiva circolare. E’ l’obiettivo del consorzio “European bioeconomy university”, nato da un’iniziativa dell’Università di Hohenheim, in Germania, e che coinvolge anche gli atenei di Bologna, Eastern Finland (Finlandia), AgroParisTech (Francia), Boku Vienna (Austria) e Wageningen (Paesi Bassi). Insieme svilupperanno attività di ricerca, didattica e innovazione in questo settore.

“Per l’Unione Europea – si legge nella nota che presenta la partnership – la presenza di una bioeconomia basata sulla conoscenza svolge un ruolo chiave ad esempio nello sviluppo di nuove colture per alimenti, mangimi e per l’industria, di nuovi prodotti come bioplastiche e prodotti chimici estratti da risorse rinnovabili, di colture adattate ad affrontare i cambiamenti climatici e di energia prodotta da biomassa. Nel 2012 l’Unione Europea ha presentato la sua Bioeconomy Strategy, aprendo così la strada a un’economia sostenibile e orientata al futuro, basata su risorse rinnovabili. La nuova roadmap della UE per il 2018 indica la chiara volontà di promuovere ulteriori sviluppi in questa direzione”.

Tra le sfide più importanti comprese nel settore della bioeconomia ci sono la rapida crescita della popolazione mondiale che rende più difficile garantire la sicurezza alimentare, e allo stesso tempo le risorse naturali che devono essere utilizzate in modo sostenibile.
I sei atenei della “European Bioeconomy University” puntano su tre pilastri essenziali per la transizione verso la bioeconomia: alla base c’è l’attività di ricerca, poi una didattica di eccellenza, fondamentale per sviluppare l’enorme potenziale della futura bioeconomia, e infine l’innovazione, imprescindibile per trasformare i risultati delle attività di ricerca in nuove tecnologie, servizi, prodotti e imprese.

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