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Agricoltura, Ismea: “Scudo polizze sul 20% della produzione lorda vendibile nel 2021”

E’ quanto segnala l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare nel “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura” che tra l’altro evidenzia “importanti margini di miglioramento soprattutto in termini di estensione delle coperture contro i rischi catastrofali sui quali il sistema sembra mostrare un graduale disimpegno che potrebbe mettere a repentaglio nel medio-lungo termine la resilienza delle aziende agricole a fronte di eventi estremi sempre più intensi”

Pubblicato il 07 Giu 2022

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Toccato un nuovo massimo in termini di valori assicurati con 8,9 miliardi di euro per l’insieme delle polizze su vegetali, animali e sulle strutture aziendali (+5% rispetto al 2020). La rimonta del Mezzogiorno, la cui quota di mercato sale in cinque anni dal 7% al 12,2%. Con la nuova PAC, l’Italia lancia un Fondo nazionale catastrofale a protezione di tutte le aziende contro i rischi gelo, siccità e alluvione.

A rilevarlo è l’edizione 2022 del consueto “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura” di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), il quale sottolinea come il mercato delle polizze agricole agevolate confermi, anche per lo scorso anno, una buona vitalità di “sistema”, affrontando le restrizioni e le difficoltà logistiche e operative che hanno caratterizzato l’intera annata trascorsa per il protrarsi dell’emergenza sanitaria.

Puoi scaricare il rapporto QUI.

 

I margini di miglioramento 

Nonostante i buoni risultati, al termine della programmazione 2014-2022 si registrano, ancora importanti margini di miglioramento soprattutto in termini di estensione delle coperture contro i rischi catastrofali sui quali il sistema sembra, al contrario mostrare un graduale disimpegno che potrebbe mettere a repentaglio nel medio-lungo termine la resilienza delle aziende agricole a fronte di eventi estremi sempre più intensi. 

In relazione ai costi assicurativi, i premi, in termini assoluti, hanno raggiunto l’anno scorso un picco di 610,8 milioni di euro, corrispondenti a una tariffa media nazionale che per il secondo anno consecutivo si è mantenuta sopra la soglia del 9%, con un aumento del 4,4% nominale rispetto al 2020 e un più 2,5% in termini reali (al netto dell’inflazione). 

 

La rimonta del Mezzogiorno 

Nel segmento delle colture vegetali, che con 6,5 miliardi di euro (+4,4%) concentra quasi tre quarti del portafoglio assicurativo, si osserva un ulteriore rafforzamento della partecipazione del Mezzogiorno, a conferma del graduale superamento del divario territoriale che caratterizza il mercato delle polizze agricole contro i rischi atmosferici, storicamente sbilanciato sulle regioni settentrionali.  

Va detto che gli ultimi dati attribuiscono alla macro-ripartizione del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari all’80%, ma il Sud (Isole comprese) dal 7% di cinque anni fa si è portato al 12,2%, contro il 7,8% del Centro. 

L’anno dei fondi di mutualizzazione 

Il 2021 è stato anche l’anno del consolidamento dei fondi di mutualizzazione, con il riconoscimento da parte del MIPAAF di cinque fondi fitopatie e climatici e di altrettanti fondi IST (strumento di stabilizzazione del reddito) nei settori latte, mele e ortofrutta (è in corso l’iter istruttorio per tre nuovi fondi IST latte, riso e barbabietola da zucchero). 

Nel Piano strategico pluriennale 2023-2027, l’Italia ha previsto anche l’istituzione (primo caso in Europa) di un Fondo di mutualizzazione nazionale catastrofale contro le perdite da gelo e brina, siccità e alluvione, destinato all’intera platea delle aziende agricole italiane, quale strumento complementare e in sinergia con le compagnie assicurative per il rafforzamento e il riequilibrio settoriale e territoriale nella distribuzione delle polizze agevolate.
 

 

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