La tracciabilità end-to-end nell’Agrifood: nuove norme e nuove opportunità

Il 14 luglio alle 14:30 il webinar del NetworkDigital360 in partnership con Schneider Electric: Si parlerà del fatto che le norme che regolano il settore non sono soltanto obblighi di compliance, ma anche opportunità per semplificare i processi e acquisire competitività

Pubblicato il 08 Lug 2021

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Le norme che si stanno evolvendo per regolare il campo della tracciabilità end-to-end nell’agrifood non devono essere viste dalle aziende del comparto soltanto come obblighi di compliance, ma anche e soprattutto come opportunità per la semplificazione dei processi e per acquisire una maggiore competitività sul mercato, rafforzando i legami con gli altri player della filiera e con i consumatori finali. Sarà questo il tema del webinar in programma per il 14 luglio alle 14:30 organizzato da NetworkDigital360 in collaborazione con Schneider Electric. Il primo di tre appuntamenti pensati per approfondire l’argomento della tracciabilità end-to-end nell’agrifood, e di come le tecnologie digitali possano costituire la killer application per crescere e per guadagnare in efficienza e competitività. L’appuntamento, moderato da Antonello Salerno, giornalista di CorCom, conterà sulla partecipazione di Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico Di Milano, Giada Necci, New solution specialist di GS1 Italy e Giancarlo Carlucci, Ecostruxure Plant Marketing Manager di Schneider Electric Italy.

Tra i principali temi: le norme in campo e la direzione verso cui si stanno evolvendo, le tecnologie necessarie per rimanere al passo con le richieste del mercato, i vantaggi di tracciabilità end-to-end e serializzazione tramite Rfid e le funzionalità chiave per un Product Information Management efficace. Da sottolineare anche che il tema della tracciabilità nell’agrifood trova posto all’interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo, all’interno della missione 2, quella che riguarda la “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, essenzialmente nel capitolo di investimento 2.1, che destina 800 milioni di euro per lo sviluppo della logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, e 500 milioni di euro per l’innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare. Nello specifico, sono previsti investimenti per il “miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime, al fine di preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive”, e per la “garanzia di tracciabilità dei prodotti”.

Dopo l’appuntamento del 14 luglio, gli altri due, in programma per dopo l’estate, riguarderanno la sostenibilità sociale e ambientale che viene abilitata dalla tracciabilità dei prodotti agroalimentari, dal campo alla tavola, e di come questa possa essere centrale in un momento in cui il consumatore finale è sempre più attento alla qualità dei prodotti che compra e alle condizioni di lavoro di chi opera nella filiera. Infine, il terzo appuntamento sarà dedicato a uno dei temi più sentiti nel nostro paese, dove il “made in Italy” è sinonimo di qualità su scala globale: la tracciabilità come strumento per combattere la contraffazione. Riuscire a valorizzare il prodotto italiano “certificandone” la filiera è infatti uno degli strumenti principali per combattere la contraffazione, sia sul mercato interno sia su quelli internazionali. Ricordiamo infatti che l’“Italian Sounding” è uno dei fenomeni più dannosi per il made in Italy in tutti i settori, compreso l’agroalimentare, e che proprio la tracciabilità dei prodotti può essere un antidoto efficace per combattere un fenomeno che causa importanti danni alle aziende in termini di mancati profitti e ai consumatori in termini di qualità dei prodotti che arrivano sulle loro tavole.

Immagine fornita da Shutterstock

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