Osservatorio Smart Agrifood: Agricoltura 4.0 a 400 milioni di euro nel 2018

Prosegue la crescita del digital farming nel mondo e nel nostro Paese. Dai dati della ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia il profilo dell’innovazione digitale nell’agrifood

Pubblicato il 19 Feb 2019

Agrifood osservatorio 2019

Con un bel segnale di crescita, che fa bene alle imprese e al Made in Italy in generale, l’innovazione digitale prosegue la sua espansione presso il mondo agroalimentare. Un’espansione a ben vedere che arriva nel segno di una crescita a livello mondiale e di un trend che continua a premiare l’introduzione di soluzioni digitali nel settore primario sotto ogni latitudine. Se pensiamo che gli investimenti in Agricoltura 4.0, hanno raggiunto un giro d’affari globale del valore di 7 miliardi di dollari, ovvero una cifra che segna un quasi raddoppio rispetto agli investimenti dello scorso anno. In questo scenario l’Europa gioca da protagonista con una quota del 30% e  l’Italia sta a sua volta conquistando un ruolo di primaria importanza grazie ad una accelerazione nella crescita nel ruolo del digitale in tutte le sue componenti.

La conferma di questo importante trend per uno dei settori più importanti della nostra economia arriva dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia che calcola una crescita dell’innovazione digitale nel nostro Paese in un range tra i 370 e i 430 milioni di euro, con una progressione del 270% tra il 2017 e il 2018. Una dimensione davvero importante per questo mercato che arriva adesso a pesare qualcosa come il 5% del mercato globale e il 18% di quello europeo.

Il ruolo guida del precision farming

La crescita del mercato arriva in corrispondenza con la crescita dell’offerta tecnologica che resta primariamente orientata ai prodotti e alle soluzioni per il precision farming, con un ruolo centrale svolto dalla diffusione di apparati Internet of Things che sono presenti nel 44% dei casi favorendo con la loro diffusione e con la capacità di “raccogliere dati” lo sviluppo del motore principale dell’agricoltura 4.0, vale a dire la Data & Advanced analytics o più semplicemente gli Agridata presente nel 71% dei casi. Veicoli e attrezzature connesse e soluzioni digitali in Cloud iniziano ad essere presenti ma in modo ancora limitato, rispettivamente nel 21 e nel 6 percento dei casi.

Una mappatura di oltre 300 soluzioni

La ricerca dell’Osservatorio ha visto la mappatura di 110 imprese comprendendo brand affermati  (nel 74% dei casi) e startup (26%) con l’analisi di oltre 300 soluzioni tecnologiche dedicate al mondo dello Smart Agrifood. La ricerca riflette la eterogeneità e la ricchezza del comparto popolato da imprese con competenze e posizionamenti anche molto diversi. Nel 49% dei casi le imprese lavorano nella fornitura di soluzioni avanzate basate su Internet of Things e su soluzioni avanzate di robotica piuttosto che sull’utilizzo di droni. Hanno poi un profilo molto le imprese che nel 22% dei casi si focalizzano su agridata e offrono soluzioni di data analysis. In un 16% dei casi l’analisi ha preso in esame imprese specializzate in attrezzature per il campo. La componentistica e gli strumenti elettronici sono invece il focus di un altro 7% di aziende e il 3% fotografa realtà produttive più generiche di strumenti per l’ambito agricolo.

L’offerta, nel 53% dei casi, è prevalentemente orientata verso soluzioni il cui utilizzo è di tipo generale. la specializzazione premia invece le soluzioni destinate al mondo del comparto cerealicolo e ortofrutticolo in entrambi i casi per il 24% delle situazioni e al vitivinicolo nel 16%. L’internet of farming e la gestione dei dati si muove ancora lentamente ed è “attuabile” nel 14% delle soluzioni offerte.

Il digitale per la tracciabilità e per la qualità alimentare

Dalla mappatura realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood emerge che la componente di sviluppo digitale più importante sta premiando l’agricoltura di precisionein misura minore, all’agricoltura interconnessa e a utilizzarle sono il 55% delle aziende agricole. Età e titolo di studio non influiscono sull’adozione di soluzioni 4.0 in azienda agricola. Il digitale entra nei campi per dare risposte nuove alle esigenze di tracciabilità e per rispondere alla domanda di qualità alimentare. Chi ha scelto il digitale ha raggiunto buoni risultati tanto che il 38% delle imprese ha migliorato l’efficacia del processo produttivo e il 32% l’efficienza, ricorrendo a 133 soluzioni già disponibili.

Per Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood il digitale rappresenta un fattore di crescita importantissimo per il settore agroalimentare italiano e incide in modo sempre più diretto sulla competitività della filiera agro nel suo complesso: dalla produzione del settore primario all’industria di trasformazione sino al mondo della distribuzione. Il grande tema per tutto il mondo agroalimentare sarà sempre di più nel valore dei dati e nella capacità di trasformarli in intelligenza a beneficio di tutta la catena agroalimentare.

Imprese agricole sempre più attente al digitale

Ricordiamo che l’indagine dell’Osservatorio (condotta su 1.467 imprese agricole) ha mostrato quanto sia alta la sensibilità verso la digitalizzazione e verso l’innovazione. Sono 766 le aziende (l’85% del campione) che si dichiarano consapevoli dell’importanza di portare l’innovazione digitale nel settore primario e il 55% lo sta concretamente realizzando. I punti di accesso, ovvero le motivazioni attengono ai temi dell’efficienza, in termini di attenzione all’aumento della produzione e dall’altra al controllo e alla riduzione dei costi.

Come già accennato la sensibilità verso il valore dei dati è in aumento, ma non ancor (purtroppo) una priorità. Un buon numero di imprese pari al 45% ha iniziato a investire nell’innovazione digitale da più di cinque anni con un patrimonio di conoscenze, competenze e dunque anche di dati che possono essere valorizzati. In buona misura il campione rappresenta un’agricoltura dal volto “giovane” con imprenditori di età inferiore ai 40 anni, con un percorso formativo universitario, anche se dalla ricerca emerge che non sono età e titolo a influire sulle scelte di innovazione digitale, al contrario un peso molto rilevante per queste decisioni arriva da fattori come la superficie da coltivare o lo specifico settore di riferimento. Le imprese con terreni sopra i 100 ettari hanno adottato soluzioni digitali nel 65% dei casi, percentuale che scende al 25% nel caso di aziende sotto i 10 ettari.

Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood insiste sul tema della valorizzazione strategica dei dati e porta l’attenzione sul fatto che il 71% delle soluzioni di Agricoltura 4.0 sono nella condizione di supportare le decisioni proprio grazie all’analisi dei dati e grazie a soluzioni di analytics avanzati utilizzati da quasi metà degli agricoltori intervistati. C’è ancora una quota importante pari al 45% del campione che è cosciente della rilevanza dei dati, ma deve capire come valorizzarli. Proprio dai dati possono arrivare risposte importanti sui temi della tracciabilità, e non a caso è proprio sui dati che si concentra il lavoro delle startup, che li sfruttano già nell’85% dei casi analizzati.

Il vantaggio competitivo delle startup

E veniamo proprio al tema delle startup che propongono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare e alla mappatura condotta dall’Osservatorio. Le 500 le startup attive a livello mondiale, hanno raggiunto qualcosa come 2,9 miliardi di dollari di investimenti, e sono attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di startup tecnologiche applicate all’agroalimentare, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti (pari all’1% del finanziamento complessivo).

Per approfondire il tema dell’innovazione a livello di startup vai all’articolo Le startup dell’agroalimentare sotto la lente dell’Osservatorio Smart Agrifood

Il ruolo della blockchain per tracciabilità e gestione documentale

Un ruolo speciale nell’ambito dell’innovazione digitale per l’agrifood arriva dalle soluzioni basate sulla blockchain e Distributed Ledger. I progetti basati su questa tecnologia arrivano a quota 42 e sono di fatto raddoppiati rispetto al 2017. La blockchain interessa nel 24% la tracciabilità alimentare in generale e sono trasversali a tutti i settori. Ma ancora una volta c’è un tema importante di specializzazione che premia la filiera della carne nel 21% dei casi, il mondo dell’ortofrutta nel 17% e il cerealicolo nel 10%.

Interessante vedere e capire chi prende l’iniziativa per far partire progetti blockchain. Nel 50% sono distribuzione e industria di trasformazione che prendono l’iniziativa che certamente guardano con attenzione anche alla valorizzazione commerciale degli “attributi” associati alla blockchain, vale a dire trasparenza, sicurezza, affidabilità.

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