Ladri di arnie: antifurti GPS in soccorso agli apicoltori

Il sistema di antifurto a GPS, progettato dalla startup romagnola AntifurtoArnia, permette gli apicoltori di sventare i sempre più frequenti furti di arnie, mappandone i movimenti, con sensori invisibili dall’esterno. Oltre a rintracciare la quasi totalità delle arnie rubate, permette anche di rilevare importanti dati circa la salute delle api, tramite il monitoraggio di temperatura e umidità

Pubblicato il 29 Ott 2021

Roberto Pasi e Gabriele Garavini, CEO e CTO diAntifurtoArnia

Poco noto e per niente discusso, il furto delle arnie costituisce in realtà un problema annoso del nostro Paese: le stime parlano di circa 22.500 furti ogni stagione, per un danno totale di 10 milioni di euro. Numeri destinati ad aumentare secondo la FAI (Federazione Apicoltori Italiani), che alla luce della sistematicità dei furti, presuppone la nascita di un vero e proprio mercato nero, che genera un danno economico non indifferente alle famiglie di apicoltori che costantemente investono nell’allevamento di questo importante insetto mellifero.

Ma una soluzione viene in soccorso. Si tratta del sistema di antifurto a GPS AntifurtoArnia, frutto dell’ingegno di Roberto Pasi e Gabriele Garavini, co-fondatori della startup romagnola nata con lo scopo di tutelare le api e fornire agli apicoltori un sistema di monitoraggio degli alveari invisibile dall’esterno, utile a tracciare lo spostamento dell’arnia dal proprio smartphone e, nel caso di furto, a poterla ritrovare. Inoltre, il sistema permette anche di tenere sotto controllo alcuni parametri fondamentali per la salute dell’ape, come la temperatura e l’umidità.

“Il furto delle arnie è un triste fenomeno che si conosce ancora poco, ma che arreca danni notevoli – spiega Roberto Pasi, CEO di AntifurtoArnia – Proprio per cercare di combatterlo, abbiamo implementato una tecnologia che prevede un sistema di duplice connessione con celle dati multi operatore, di modo che l’antifurto sia sempre funzionante. Il GPS-app, infatti, comunica con lo smartphone dell’apicoltore, e volendo anche con le forze dell’ordine, che possono così attivarsi per recuperare le arnie rubate e rivendute. Arnie che, secondo la nostra esperienza, non si allontanano più di 20 km dal luogo di origine, circa nell’80% dei casi”.

L’apicoltura in Italia, un’eccellenza da tutelare partendo dalla lotta alla criminalità

Nonostante le proposte sempre più innovative messe in atto dalle realtà operanti nel settore, agli apicoltori sporgono denunce esigue rispetto agli effettivi casi di furto. Questo perché, “hanno paura a denunciare, temono di esporsi e non nutrono grande fiducia nei sistemi di ritrovamento che invece sono molto funzionali e lo dimostrano i numeri: grazie al nostro AntifurtoArnia – dichiara Gabriele Garavini, CTO di AntifurtoArnia – circa il 95% delle arnie viene ritrovato in un perimetro abbastanza circoscritto”.

Comunque non manca chi sceglie di opporsi a questa tendenza e dare il proprio contributo affinché si ponga un freno a un fenomeno punibile per legge con una pena che tocca gli 8 anni di carcere: l’abigeato, ovvero il furto di bestiame. Oggi, secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica, in Italia ci sono oltre 150 mila apiari, per un totale di 63.408 attività di apicoltura e più di un milione e mezzo di arnie. Un’eccellenza, quella dell’apicoltura in Italia, tutta da tutelare e rispettare, partendo proprio dal contrasto della criminalità.

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