Oscar Green 2022

Coldiretti premia i giovani agricoltori italiani che fanno innovazione. A Roma i vincitori degli Oscar Green 2021 

In scena a Roma le finali nazionali degli Oscar Green 2021 promossi da Coldiretti Giovani Impresa. Innovazione, sostenibilità e creatività le parole chiave delle tante novità messe in campo dai giovani agricoltori italiani in un momento in cui è più importante che mai per garantire l’autosufficienza alimentare ed energetica al Paese di fronte alla crisi scatenata dalla guerra. Tutti i vincitori delle diverse categorie.  

Pubblicato il 22 Apr 2022

Oscar Green 2021

Storie di giovani agricoltori, veri protagonisti italiani della transizione ecologica, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire. 

Sono le aziende agricole gestite dai giovani a rappresentare una grande frontiera di progetti di salvaguardia ambientale con l’innovazione al servizio della biodiversità, la produzione di cibo sostenibile, il risparmio idrico, l’utilizzo degli scarti nella logica dell’economia circolare.

Dalle micro-verdure nell’orto fai da te ai concimi green dalle alghe del mare fino ai vigneti in orbita con i satelliti: sono alcuni dei vincitori degli Oscar Green 2021 assegnati da Coldiretti Giovani Impresa, principale organizzazione di rappresentanza dei giovani imprenditori agricoli in Italia, alla vigilia della Giornata mondiale della Terra nel primo salone della creatività Made in Italy, a Palazzo Rospigliosi.

Più di 170.000 firme raccolte a favore della petizione del fotovoltaico indetta contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole.

Ma ecco le rivoluzionarie novità ideate dai giovani nelle campagne per garantire l’autosufficienza alimentare ed energetica al Paese di fronte alla crisi scatenata dalla guerra. 

 

Le micro verdure nell’orto fai da te anti spreco 

In Emilia-Romagna, Nilo Sori (vincitore nella categoria Campagna Amica) ha ideato – spiega Coldiretti – una coltivazione di micro-ortaggi, insalatine e aromatiche che vengono raccolti quando il contenuto in vitamine è massimo: un “super food” che garantisce benessere nel piatto.  

L’azienda ha sviluppato in proprio un sistema digitale di controllo delle colture (luce, consumo idrico, temperatura) ed un kit per l’autoproduzione casalinga, molto utile in un momento in cui l’inflazione legata alla guerra in Ucraina pesa sul carrello della spesa. In pochi giorni e in pochissimo spazio, il prodotto è radicato all’interno della fibra di cocco attraverso la tecnica idroponica ed è pronto per essere tagliato direttamente dal cliente prima dell’uso. 

I prodotti sono piselli, ravanelli, amaranto, erba medica, girasole e fieno greco, coriandolo e basilico rosso. La forza dell’azienda è data anche dall’investimento nel digital: e-commerce, forte presenza sui social e un e-book “Prime Foglioline” scaricabile online gratuitamente. 

 

Concimi green dalle alghe del mare 

Arriva dalla Puglia un’idea contro la carenza di fertilizzanti scatenata dal conflitto, con penuria di prodotti e rincari record. Valentino Russo (vincitore nella categoria Fare Rete) ha pensato – prosegue Coldiretti – di sfruttare le proprietà delle alghe che oltre a pulire il mare, non consumano suolo, non si nutrono di chimica e fanno da concime e biostimolanti per le piante grazie a un progetto di conversione ecologica. 

Le alghe sono inseminate in laboratorio, poi immesse in mare, vicino agli allevamenti di pesci e ai filari di cozze, dove assorbono l’anidride carbonica, ritornano quindi in azienda per entrare nel bioreattore dove diventano biostimolanti per le coltivazioni agricole. L’acqua del mare è più pulita e le coltivazioni più sostenibili. 

 

Piante acquatiche per laghetti e biopiscine 

La sensibilità verso la natura, gli acquari e i laghetti cresciuta esponenzialmente durante la pandemia, ha spinto Mario Bertocco (vincitore nella categoria Creatività) a sperimentare in Lombardia – rileva Coldiretti – la produzione di piante acquatiche ornamentali per laghetti e biopiscine. Si tratta di piante che non hanno bisogno di fertilizzanti e che, anzi, si nutrono assorbendo le sostanze di scarto prodotte dai pesci finendo per pulire l’acqua. 

Le piante sono coltivate in forma emersa, affiorante, ma anche sott’acqua. Per gli acquari coltiva piante particolari come la Ludwigia inclinata nella sua varietà bianca, le rotale come la Orange, le echinodorus, la homalomela insignis, la bucephalandra. Per i laghetti invece produce particolari ninfee che li rendono magici. 

 

Serre fotovoltaiche per il cedro diamante 

L’indipendenza energetica per un Paese oggi legato al gas russo è, invece, al centro della start up di Antonio Lancellotta (vincitore nella categoria Transizione Ecologica) che in Calabria ha sperimentato serre fotovoltaiche per la coltivazione dei cedri, prodotto simbolo della Pasqua ebraica.  

Le serre fotovoltaiche, nate con l’intento di produrre energia senza consumo di suolo, sono diventate la condizione ideale per l’habitat di questa pianta perché il cedro è coltivato all’ombra. Inoltre, permettono di contingentare l’acqua, favorire la subirrigazione e la fertirrigazione programmata, oltre alla vaporizzazione delle chiome.  

I pannelli solari (di EF Solare Italia) oltre a svolgere la propria funzione creano un microclima capace di garantire maggiore fertilità nella produzione dei frutti. Poi, l’attività agricola negli impianti abbassa la temperatura del pannello, favorendone l’efficacia nella produzione di energia. I risultati sono 18 megawatt di energia, senza avere sottratto un solo metro di terreno ai 27 ettari che ospitano 11 mila agrumi. 

 

Le suore contadine nella “fattoria della provvidenza” 

Con la crisi economica che vede oggi 5,5 milioni di italiani in povertà assoluta scende in campo la solidarietà che è uno dei cardini dell’attività delle suore contadine della comunità “Figlie dell’amore di Gesù e Maria” (vincitrici nella categoria Noi per il sociale). A Chieti in Abruzzo hanno fatto nascere una vera e propria fattoria della provvidenza dove coltivano la terra, allevano gli animali e fanno il formaggio mentre offrono riparo e assistenza a persone in difficoltà, un tetto e un pasto caldo e grandi e bambini. 

Chi compra i prodotti delle suore contadine è consapevole che non acquista soltanto la migliore materia prima, coltivata, allevata e poi trasformata con cura e senso di gratitudine, ma si rende protagonista di un gesto concreto di aiuto agli ultimi. 

 

I vigneti dell’aglianico in orbita con i satelliti 

Spazio anche all’innovazione dell’agricoltura 4.0 con Donato Gentile (vincitore nella categoria Impresa Digitale) che in Basilicata coltiva i suoi vigneti dell’Aglianico del Vulture grazie a un satellite che raccoglie un flusso continuo di dati sulle condizioni del terreno, sulla crescita delle viti, sul clima, in tutte le stagioni. Restituisce modelli di calcolo che, per i viticoltori, si traducono in messaggi che indicano, quali e quanti filari annaffiare, potare, concimare. 

Si tratta di dati fondamentali per assicurare la perfetta crescita dei grappoli, ma sono numerosi e diversi i fattori che incidono sul perfezionamento del modello che, stagione dopo stagione, annata dopo annata, costituiscono una banca dati in grado di affinare la conoscenza. Servirà a produrre un vino di qualità, ma anche i viticoltori del futuro. Non c’è cimatura che non sia il risultato di un’indicazione precisa e le numerose informazioni processate valgono a correggere errori strumentali che si traducono in modelli previsionali, da incrociare con i dati storici per ridurre il consumo idrico e combattere i parassiti. 

 

Il “limone pane” nella capitale italiana della cultura 2022 

Menzione speciale dell’Oscar Green, infine, a Biagio Lubrano Lavadera che nell’isola di Procida, capitale italiana della Cultura 2022 – conclude la Coldiretti – porta avanti la coltivazione del “limone pane” famoso per il suo interno bianco, aromatico e nutriente alla base della tradizionale insalata campana.  

Una coltura tradizionale che si è modellata tra le ristrettezze e le insidie del luogo. Poca acqua, poco terreno, tanto sole, ma anche tantissimo sapore mediterraneo a tavola. Quello che lo rende prezioso è la polpa bianca spessa, tenera, come il pane, succosa, sorprendente e fresca al palato. I fazzoletti di terra non superano i 6 mila metri di superficie totale.  

Il trionfo del limone di pane è nella nota insalata di Procida, ottenuta dall’albedo (la polpa bianca) pestato e condito con buccia di limone, un poco di succo ed erbe aromatiche. Ma dai limoni si ottengono anche infusi, crema di limone, limoncello e canditi. 

 

 

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