Competenze per la digitalizzazione

Innovazione digitale e competenze: la missione di Enapra-Confagricoltura per l’agrifood italiano

A colloquio con Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra-Confagricoltura e componente Giunta Confagricoltura alla vigilia del convegno di presentazione dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood in programma il prossimo 15 marzo

Pubblicato il 12 Mar 2022

Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra-Confagricoltura e componente Giunta Confagricoltura

Sull’importanza e sul ruolo dell’innovazione digitale per il mondo agrifood non ci sono più dubbi da tempo. Sul fatto che, coltivando bene anche i dati si possano far crescere meglio (e tutelare) le eccellenze dei nostri territori, le certezze sono ancora più solide. Il tema, e per certi aspetti la sfida, è oggi quella di fare le scelte giuste e di accompagnare e sostenere l’innovazione tecnologica con le competenze necessarie per realizzare e gestire la digitalizzazione e per sfruttare tutto il potenziale dei dati. “Questa sfida – spiega Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra-Confagricoltura e componente Giunta Confagricoltura in un confronto con Agrifood.Tech – è il presupposto per affrontarne e vincerne tante altre, sia quelle urgenti che impongono alle imprese di far fronte a nuovi rischi, sia quelle che permettono al mondo agrifood di svolgere un ruolo attivo e propositivo sui temi della sostenibilità, grazie ad esempio a precision farming e carbon farming”.

Luca Brondelli di Brondello presidente Enapra-Confagricoltura e componente Giunta Confagricoltura sarà tra i relatori del prossimo convegno dell’Osservatorio Smart Agrifood “Raccogliamo i frutti dell’innovazione digitale!” in programma il prossimo 15 marzo (QUI per iscriversi )

Portare nei territori le competenze necessarie per realizzare e gestire la digitalizzazione

Ma il percorso fondamentale per portare innovazione nel settore primario, così come in tanti altri settori, passa dallo sviluppo delle competenze. Ed è proprio sulla formazione che si concentra dal 1959 la missione di Enapra, l’Ente Nazionale per la Ricerca e la Formazione di Confagricoltura. “Una organizzazione – spiega Brondelli di Brondello – che mette a disposizione formazione per le aziende associate, per i dipendenti e per i collaboratori, per portare sui territori le competenze necessarie per realizzare e gestire la digitalizzazione. Una formazione che acquista oggi una particolare importanza – prosegue – anche in relazione alla spinta verso una innovazione e una digitalizzazione incoraggiata da misure come il credito d’imposta 4.0 per le tecnologie innovative in agricoltura che hanno visto il forte impegno di Confagricoltura”.

Grazie anche a questo scenario gli agricoltori stanno investendo in modo importante su queste tecnologie che però da sole non bastano. In molti casi gli operatori non sono nella condizione di utilizzare queste soluzioni o di sfruttarne appieno le potenzialità e spesso ci si scontra con la mancanza di competenze di base.

Il tema fondamentale dell’interoperabilità

“Ma il grosso problema – osserva Brondelli di Brondello – che deve essere assolutamente affrontato per togliere tanti freni che ostacolano la reale operatività di tanti progetti di innovazione è nell’interoperabilità. Sono troppe le soluzioni, magari di grande valore, che sono vincolate all’utilizzo di determinati macchinari che non sono nella condizione di “parlare” con altri sistemi in dotazione presso le imprese agricole perché le case costruttrici hanno scelto di lavorare su sistemi proprietari”.

La mancanza di interoperabilità associata alla presenza di un parco macchine composto da sistemi di diversa provenienza aumenta la complessità operativa e si riflette a valle sull’altro aspetto fondamentale dell’innovazione digitale, ovvero sulla gestione dei dati. “Nelle imprese agricole – prosegue Brondelli di Brondello – cresce infatti sia la produzione dei dati sia il loro valore e per questo è importante garantire una interoperabilità a tutti i livelli, per uno sviluppo che va a beneficio di tutti”. Ma Brondelli di Brondello tiene a sottolinea un altro presupposto fondamentale, più importante ancora rispetto al tema dell’interoperabilità, vale a dire il tema del possesso dei dati “che deve rimanere, rigorosamente di proprietà degli agricoltori”

Il ruolo della piattaforma di innovazione tecnologica HubFarm

Nello specifico, sul tema dello sviluppo delle potenzialità dei dati si colloca poi il progetto HubFarm, la piattaforma di innovazione tecnologica e digitale di Confagricoltura in fase di realizzazione grazie alla collaborazione con Microsoft (QUI per maggiori informazioni ) “HubFarm – sottolinea il presidente di Enapra Confagricoltura – va nella direzione di garantire l’interoperabilità e di gestire l’enorme potenziale dei dati che arrivano dal mondo agricolo a vantaggio delle imprese e a vantaggio di tutto il sistema paese”.

Il tema della disponibilità di una base dati comune appare poi, in un mercato e in un contesto sempre più soggetto a minacce e cambiamenti di scenario, un fattore determinante per poter minimizzare i rischi che si presentano con la corretta conoscenza degli scenari operativi, ad esempio in termini di risorse disponibili, di consumi, di capacità di raggiungere determinati obiettivi”.

Peraltro, la capacità mettere in linea la straordinaria competenza di dominio e le best practice conosciute in tutto il mondo per le eccellenze agroalimentari con le potenzialità di accelerazione che possono arrivare da una efficace valorizzazione dei dati può dare al nostro paese una nuova forma di vantaggio competitivo.

Un tavolo di lavoro dedicato alla gestione delle tecnologie digitali e il ruolo degli Innovation Broker

“Ma per ottenere questo risultato – interviene Brondelli di Brondello – occorre istituire un tavolo di lavoro comune espressamente dedicato alla gestione di queste tecnologie. Occorre in altre parole creare un contesto istituzionale che permetta di fare sistema”. Su queste basi assume ancora più importanza il ruolo della formazione. E per aiutare e accelerare questo sviluppo, come Enapra-Confagricoltura, abbiamo iniziato un grosso lavoro con un progetto che punta a portare “sul campo” degli Innovation Broker”. Si tratta in questo caso di figure professionali con forti competenze sui temi dell’innovazione che hanno la missione di fornire ai coltivatori dei consigli indipendenti sull’innovazione, figure che si muovono sul territorio e che uniscono la competenza tecnologica con quella di dominio nell’agricoltura a cui aggiungono anche una conoscenza approfondita sul contesto nel quale operano le imprese. “Un investimento importante per noi in termini di erogazione di competenze al servizio delle aziende”.

Ma lo sguardo di Enapra-Confagricoltura è anche nella direzione di nuove opportunità e nuove occasioni di sviluppo. “Nel nostro orizzonte – osserva – ci sono sempre stati i temi della sostenibilità. Oggi questi temi sono diventati prioritari nell’agenza politica, economica e sociale e il mondo dell’agricoltura li può interpretare in chiave attiva e propositiva”.

Precision farming e Carbon farming per rispondere alla domanda di sostenibilità

La Politica agricola comunitaria ha puntato in modo chiaro sulla sostenibilità e in questo senso ci sono iniziative importanti che vedono Confagricoltura in primo piano ad esempio con il richiamo all’Europa in merito alla necessità di restituire al settore primario terreni che non potevano essere lavorati chiedendo la cancellazione dei limiti alla coltivazione dei terreni italiani (qui per maggiori informazioni). Ma c’è un altro ambito nel quale il settore primario può dire la sua creando nuove forme di valore. “Con il Precision farming da una parte e con il Carbon farming dall’altra – afferma Brondelli di Brondello – si possono dare risposte molto concrete alla domanda di sostenibilità”.

Il precision farming permette un controllo rigoroso delle risorse e una riduzione massiccia di qualsiasi forma di spreco. Il Carbon farming a sua volta pone il settore agricolo nella condizione non solo di ridurre le proprie emissioni, ma di contribuire all’”assorbimento” di CO2 dall’atmosfera.

“Tutte le attività produttive sono responsabili di emissioni di CO2 – conclude – solo il settore agricolo è nella condizione di esercitare un ruolo attivo e di “fare da spugna” togliendo la CO2 dall’atmosfera in modo naturale. Certamente è un ruolo determinante che per esprimere tutto il suo valore ha bisogno a sua volta di innovazione. Un tema strategico, ad esempio, è quello della misurabilità dei benefici effetti di questa azione. Per fare in modo che le imprese agricole possano essere considerate e valorizzate anche per questo ruolo occorre lavorare a soluzioni che permettano di misurare e rendicontare. Per questo Enapra-Confagricoltura è impegnata in una serie di attività di ricerca e di sperimentazione che hanno proprio lo scopo, anche attraverso l’istituzione di un comitato di studio, di rispondere in modo chiaro al ruolo che possono avere le nuove tecniche di coltivazione in merito al sequestro di carbonio e alle modalità per misurarne i risultati”.

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