Scenari

Almaviva: “Preservare il Made in Italy? Oggi possiamo, ma serve credere nell’innovazione tecnologica”

Luca Salvucci, Responsabile Practice Agricoltura, fra i protagonisti della presentazione di “Smart Agrifood 2022”, il Convegno fondato sui dati del relativo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano. In campo la vision del gruppo leader del mondo Ict: “Il futuro? Il modello Digital Innovation Hub è il più efficace per completare la trasformazione digitale e facilitare l’accesso alla tecnologia e al know-how a tutte le imprese, soprattutto le Pmi”

Pubblicato il 10 Mar 2022

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“L’innovazione in agricoltura riveste un ruolo fondamentale per la competitività delle imprese sui mercati: l’accesso a competenze ed infrastrutture digitali può rappresentare un vantaggio competitivo non indifferente”. Luca Salvucci, Responsabile Practice Agricoltura di AlmavivA, non ha dubbi: in un contesto di profonda trasformazione come quello attuale, l’evoluzione tecnologica dei processi è una carta vincente da giocare sul piatto dellAgrifood 4.0. Ma quali strumenti mettere in campo? Quali competenze? E soprattutto, quali sono le logiche che possono davvero fare la differenza in uno scenario sempre più competitivo?

Delle risposte offerte dalla vision di Almaviva, gruppo leader italiano nell’ICT, si parlerà – grazie proprio all’intervento di Luca Salvucci – nel corso della presentazione di “Smart Agrifood 2022”, il Convegno fondato sui dati del relativo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, in programma il prossimo 15 marzo con un ampio menu dedicato agli impatti dell’innovazione digitale nei diversi contesti dell’agroalimentare.

L’appuntamento avrà luogo dalle 9.30 alle 13 nell’Aula Magna Carassa Dadda del Politecnico di Milano (Edificio BL.28, via Lambruschini 4, campus Bovisa), ma sarà seguibile anche via streaming previa prenotazione.

Luca Salvucci sarà tra i relatori del prossimo Osservatorio Smart Agrifood: raccogliamo i frutti dell’innovazione digitale!” in programma per il prossimo 15 marzo. Iscriviti subito qui

Agrifood e innovazione. Salvucci, secondo il vostro punto di vista, a che livello di maturità è oggi questo rapporto?

Luca Salvucci, Responsabile Practice Agricoltura di AlmavivA

L’innovazione in agricoltura riveste un ruolo fondamentale per la competitività delle imprese sui mercati. Il processo di adozione delle tecnologie è fortemente dipendente dal rapporto costi-benefici percepito e alla semplificazione che le stesse apportano al contesto agricolo italiano caratterizzato dalla presenza di numerose piccole e medie aziende con conoscenze informatiche e capacità di spesa limitate. Importante rilevare che uno dei benefici più importanti percepiti è la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Le Aziende, in quest’ottica, pur consapevoli che l’interazione con la PA non è semplice, vedono nella capacità di valorizzazione del dato già lavorato dalla PA i benefici maggiori.

Qual è il ruolo di Almaviva nella filiera agroalimentare? Su quali innovazioni tecnologiche si concentra il vostro focus?

Il ruolo di Almaviva nella filiera agroalimentare è quello di system integrator la cui mission primaria è valorizzare i dati privati, arricchirli con i dati operati dalla Pubblica Amministrazione e creare valore. Abbiamo casi d’uso concreti di vere eccellenze, nel 2020, in pieno periodo Covid, la Regione Abruzzo ha avviato un progetto per dare più valore all’agricoltura 4.0 con lo scambio di informazioni in real time tra Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) e Regione Abruzzo. Un ecosistema regionale che dialoga, coinvolgendo mondi che prima non erano stati presi in considerazione in questo tipo di iniziative come sanità e ambiente preservandone la trasparenza in cui l’interoperabilità è la chiave di volta.

Si parla molto di nuove frontiere tecnologiche. E in questo senso, la Blockchain raccoglie grandi aspettative in termini di potenzialità per l’Agrifood. In che modo questa nuova tecnologia può davvero rivoluzionare – o sta rivoluzionando – il mercato? 

E’ fondamentale recuperare il concetto di tradizione che l’attuale supply chain ha un po’ nascosto riscoprendo la natura del prodotto e soprattutto la sua genuinità: crediamo che l’unico modo con cui possiamo davvero preservare il Made in Italy sia quello di raccontarlo facendo parlare ecosistemi diversi capaci di integrarsi tra loro in cui il concetto di trasparenza delle informazioni introdotto dalla certificazione in blockchain possa farne da garante. La tecnologia è matura per essere applicata ma abbiamo ancora solo il 5% delle soluzioni BC che vanno in esercizio ed una delle ragioni sta nel modello operativo. Le aziende non possono essere lasciate sole ma devono essere supportate dalle Regioni in termini di piattaforme condivise sia applicative che infrastrutturali.

Ovvio, comunque, che qualunque sforzo tecnologico potrebbe rivelarsi inutile, se non percepito correttamente dal consumatore finale. Quanto è cruciale, in quest’ottica, puntare oggi sulle politiche di tracciabilità del prodotto? 

E’ importantissimo. L’attenzione alla filiera spinge non solo l’azienda a raccontarsi ed a raccontare il processo produttivo in maniera nuova, trasparente e certificata ma permette al consumatore di avvicinarsi sempre di più alla storia dell’azienda scoprendone le peculiarità e le caratteristiche di produzione che determinano l’unicità del prodotto arrivando ad una vision di Agricoltura 5.0.

Quali sono le potenzialità future del comparto Agricoltura 4.0? E quali le tecnologie o le innovazioni ormai “imprescindibili” per scrivere storie di successo?

Il modello Digital Innovation HUB è sicuramente il modello più efficace per completare la trasformazione digitale e facilitare l’accesso alla tecnologia e al know-how a tutte le imprese, soprattutto le PMI. Con questa vision Almaviva ha costituito come socio fondatore, insieme ad altre aziende leader di mercato italiane, la fondazione Riccagioia che tra le sue mission ha quella di creare nuovi modelli produttivi di agricoltura sostenibile più efficienti ed efficaci basati sull’uso di nuove tecnologie digitali lungo tutta la filiera, dalla produzione alla commercializzazione al consumo consapevole. In questo modello la tecnologia Web3 potrà fornire le maggiori potenzialità future del comparto in cui la blockchain prometterà di decentralizzare il mondo online e creare un nuovo ecosistema economico che semplificherà i controlli doganali e sarà la cooperazione tra attori più sicura che si potrà utilizzare.

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