PepsiCo: entro il 2030 pratiche agricole rigenerative su 7 milioni di acri e riduzione di 3 milioni di tonnellate di gas serra

Al via il progetto “Agricoltura positiva” che si prefigge inoltre di migliorare le condizioni di vita di coloro che fanno parte della filiera agricola e di fornire in modo sostenibile il 100% degli ingredienti chiave. L’ambizione si unisce all’obiettivo già annunciato di riduzione delle emissioni assolute di gas serra lungo la filiera di oltre il 40% entro il 2030, e di zero emissioni nette entro il 2040

Pubblicato il 30 Apr 2021

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Diffondere pratiche agricole rigenerative su 7 milioni di acri, approssimativamente pari alla propria intera impronta agricola, entro il 2030, eliminando così almeno 3 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra (GHG) entro la fine del decennio. È il cuore degli obiettivi di “Agricoltura Positiva”, il nuovo progetto ESG lanciato da PepsiCo, che include anche il miglioramento dei mezzi di sussistenza di oltre 250mila persone nella sua filiera agricola e l’approvvigionamento sostenibile del 100% dei suoi ingredienti chiave.
Il programma di “Agricoltura Positiva” è un altro passo nel percorso dell’azienda PepsiCo Positive e segue il recente annuncio di PepsiCo di raddoppiare il suo obiettivo climatico science-based, mirando a una riduzione delle emissioni assolute di gas serra lungo la sua filiera di oltre il 40% entro il 2030, nonché impegnandosi a raggiungere zero emissioni nette entro il 2040.

Best practice per migliorare gli ecosistemi

L’agricoltura è il fondamento del sistema alimentare; tuttavia, nell’ultimo secolo, le pratiche agricole convenzionali hanno contribuito a una significativa perdita e degrado del suolo. Nella sola Ue, 13 Paesi si sono già dichiarati colpiti dalla degradazione del suolo. Il sistema alimentare è anche la fonte di circa un terzo di tutti i gas serra. Ad ogni modo, sebbene l’agricoltura contribuisca a molte delle urgenti sfide ambientali e sociali affrontate in tutto il mondo, può anche essere una soluzione, offrendo la possibilità di aiutare a bloccare il carbonio sulla Terra. Il programma di “Agricoltura Positiva” di PepsiCo punta a procurarsi colture e ingredienti tali da accelerare la transizione verso un’agricoltura rigenerativa, con una serie di pratiche che possono migliorare e ripristinare gli ecosistemi, e inoltre costruisce una capacità di ripresa del sistema alimentare, e rafforza le comunità agricole.

“Qualsiasi piano per contrastare le urgenti sfide che il sistema alimentare globale si trova ad affrontare deve rivolgersi all’agricoltura, fonte di nutrimento per miliardi di persone e leva chiave per affrontare il cambiamento climatico e la disuguaglianza”, ha affermato Ramon Laguarta, Ceo di PepsiCo. “In qualità di azienda leader a livello mondiale nel settore alimentare e delle bevande, un sistema alimentare resiliente è essenziale per la nostra attività e, grazie alla nostra portata, abbiamo l’opportunità e la responsabilità di guidare un cambiamento significativo. Il programma di “Agricoltura Positiva” di PepsiCo dà priorità agli investimenti, all’innovazione e alla solida collaborazione con i nostri partner agricoli per ottenere un forte impatto in tutto il mondo. Lavorando insieme, possiamo ridurre la nostra impronta di carbonio collettiva, nutrire una popolazione in rapida crescita e fornire significative opportunità economiche a più persone”.

I tre pillar di “Agricoltura positiva”

Nell’ambito del progetto “Agricoltura positiva”, l’azienda si concentrerà su alcuni focus:

  1. Diffondere l’adozione di pratiche agricole rigenerative su7 milioni di acri – quasi il 100% della terra utilizzata in tutto il mondo per produrre colture e ingredienti per i prodotti dell’azienda.Si stima che questo impegno aziendale porterà a una riduzione netta di almeno 3 milioni di tonnellate di gas serra (GHG) entro il 2030. Dopo aver promosso per quasi un decennio i progressi del suo “Programma di Agricoltura Sostenibile”, PepsiCo continuerà a collaborare con gli agricoltori di 60 paesi per adottare sempre più pratiche che avranno un impatto positivo sulla terra. L’agricoltura di precisione sarà fondamentale per rendere note le pratiche rigenerative di PepsiCo in Europa, fornendo misurazioni e approfondimenti per aiutare gli agricoltori a crescere sempre più, utilizzando meno risorse naturali. PepsiCo, con il suo marchio Quaker, ha già creato l’iniziativa “Opti-Oat”, che utilizza oltre un milione di punti dati, per guidare gli agricoltori su come coltivare “l’avena perfetta”, migliorando i raccolti e creando una fonte di avena più sostenibile. Per le sue colture di patate, l’azienda farà un’ulteriore leva sulla sua tecnologia iCrop, che è già utilizzata in tutta Europa e sta aiutando gli agricoltori a comprendere le prestazioni del raccolto e la giusta quantità di acqua e fertilizzante da utilizzare.La tecnologia sta anche supportando la spinta di PepsiCo per ricostruire la materia organica nel suolo e ridurre le emissioni. Il marchio Walkers di PepsiCo, ha recentemente introdotto nel Regno Unito, una nuova tecnologia di “patate circolari” che utilizza gli scarti delle bucce di patate per produrre fertilizzanti a basso impatto carbonico e ricchi di nutrienti. Si prevede che l’utilizzo di questo fertilizzante ridurrà del 70% le emissioni di carbonio delle coltivazioni di patate Walkers e verrà testato nel 2021, con gli agricoltori del Regno Unito, e a partire dal 2022, nelle colture delle patate Lay’s in Europa. PepsiCo metterà gli agricoltori al centro della sua iniziativa verso l’agricoltura rigenerativa e consentirà l’apprendimento virtuale peer to peer all’interno dei mercati europei, per promuovere l’adozione di nuove pratiche.
  2. Migliorare i mezzi di sussistenza di oltre 250.000 persone all’interno della sua catena di approvvigionamento agricolo e nelle comunità, inclusa l’emancipazione economica delle donne.PepsiCo concentrerà il suo lavoro sulle comunità agricole più vulnerabili collegate alla sua filiera globale, compresi i piccoli proprietari terrieri, gli agricoltori, le donne e la minoranza dei coltivatori. Attraverso il Programma di Agricoltura Sostenibile, PepsiCo lavora già direttamente con i suoi agricoltori per condividere conoscenze e pratiche che migliorano la redditività e le rese dei raccolti. In mercati come Russia, Turchia, Ucraina e Romania, PepsiCo sta lavorando per creare inclusione finanziaria per i coltivatori di patate, fornendo flussi di entrate e pagamenti anticipati così che abbiano fondi sufficienti per l’acquisto di fertilizzanti e semi.
  3. Approvvigionamento sostenibile del 100% degli ingredienti chiave, espandendosi per includere non solo le sue colture di origine diretta (patate, mais, avena e arance), ma anche colture chiave da terzi, come oli vegetali e cereali.In Europa questo lavoro è già in corso. In Ungheria, Ucraina e Russia, PepsiCo sta lanciando programmi di collaborazione con i fornitori per sviluppare ulteriormente pratiche di approvvigionamento sostenibile per l’olio di girasole. Questi processi cercheranno di migliorare i raccolti, ridurre gli input, migliorare la salute del suolo e fornire un raccolto più produttivo, minimizzando così l’impatto sull’ambiente. PepsiCo produce raccolti in 60 paesi e sostiene oltre 100.000 posti di lavoro nella filiera agricola. Dalla fine del 2020, le colture di origine diretta di PepsiCo provengono al 100% da fonti sostenibili in 28 paesi. A livello globale, circa l’87% delle colture dirette proviene da fonti sostenibili tramite SFP di PepsiCo. Inoltre, PepsiCo ha raggiunto il suo obiettivo di approvvigionarsi di zucchero di canna sostenibile a livello globale entro il 2020, certificato Bonsucro al 100% e ha ottenuto oltre il 99% di olio di palma certificato fisicamente dalla “Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile”.

PepsiCo, inoltre si impegna rigorosamente a non deforestare, a non sviluppare la torba e non sfruttare le popolazioni indigene, i lavoratori e le comunità locali. “Le nostre colture devono essere resistenti ai cambiamenti climatici e coltivate in modo da avere un impatto positivo sul pianeta. Faremo tutto questo, concentrandoci sulla collaborazione, sull’accelerazione e sulla trasformazione delle pratiche agricole – dichiara Silviu Popovici, Ceo di PepsiCo Europa -, dobbiamo collaborare con le parti interessate, compresi gli agricoltori e i fornitori dei nostri ingredienti e dobbiamo accelerare le pratiche rigenerative su larga scala in modo che diventino la norma per gli agricoltori. Infine, è il momento per una rivoluzione digitale nelle fattorie, che renda i dati essenziali così come è essenziale il trattore, al fine di coltivare i raccolti in modo più sostenibile”.

Agricoltura rigenerativa: l’impegno di PepsiCo verso standard di settore

PepsiCo sostiene la creazione di standard e misurazioni per l’agricoltura rigenerativa a livello di settore. In assenza di tali standard, l’azienda misurerà i progressi verso i suoi obiettivi di “Agricoltura Positiva”, monitorando gli acri e le persone coinvolte nell’iniziativa e, nel tempo, l’impatto sui risultati ottenuti, tra cui: costruire la salute e la fertilità del suolo; isolare il carbonio e ridurre le emissioni; migliorare la salute del bacino idrico; aumentare la biodiversità e migliorare le condizioni di vita degli agricoltori.

PepsiCo è inoltre impegnata con organizzazioni leader come il World Wildlife Fund per lo sviluppo di un metodo che stabilisca obiettivi scientifici per l’acqua, tenendo in considerazione i vantaggi dei sistemi e delle pratiche di agricoltura rigenerativa e resistente sulla quantità e qualità dell’acqua.

“Lavorare lungo la filiera è necessario se vogliamo trasformare il sistema alimentare, ridurre le emissioni di carbonio, sostenere bacini idrici sani, ripristinare la biodiversità e migliorare i mezzi di sussistenza “, afferma Sheila Bonini, Senior vice president del Private sector engagement presso World Wildlife Fund. “È incoraggiante che PepsiCo stia annunciando, alle proprie filiere di approvvigionamento agricolo, un approccio che può essere positivo sia per la natura che per le persone e il WWF non vede l’ora di collaborare con PepsiCo su un ambizioso e scalare programma di agricoltura rigenerativa”.

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